Le prime faccine furono create dall’informatico Scott Fahlman di Pittsburgh nel 1982 grazie all’uso dei simboli di punteggiatura, delle parentesi, delle lettere 🙂 😛 si creavano faccine triste, sorridenti, scherzose, ecc.
Era un nuovo modo per dare più espressività al testo scritto e le “emoticon” (emotion icon) davano modo di comunicare il tono della frase scritta, lo stato d’animo e magari senza generare fraintendimenti. Un’invenzione di successo che ha continuato ad esistere per molto tempo fino ad averne anche un’evoluzione moderna attualissima ai giorni nostri, le “emoji”.
Il termine emoji viene dall’unione di tre parole giapponesi “e” (immagine), “mo” (scrittura) e “ji” (carattere). Le emoji furono introdotte nel 1998 da un’azienda giapponese di comunicazioni NTT DoCoMo, che voleva creare delle immagini che rappresentassero il significato delle parole.
A differenza delle prime, le emoticon, dove bastava un semplice programma di testo per crearle, per le emoji è stato creato appositamente un software in grado di leggerle per poterle utilizzare. Nel 2015 il Dizionario Oxford nominò “parola dell’anno” un’emoji.
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