Le insegne a mano e Alberto Berra

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Alberto Berra, l’ultimo artigiano delle insegne per negozi. Ha trascorso una vita nella sua bottega genovese “arte e insegne” per creare, dipingere a mano, forgiare il ferro, costruire con la plastica. Un lavoro che si unisce alla passione per i caratteri, il design e le linee curve.

La professione del pittore delle insegne ormai è diventata molto rara, uno degli ultimi rimasti in Italia è Alberto Berra. Per moltissimi anni ha realizzato a mano le insegne, prima preparava i disegni delle lettere poi le dipingeva o ritagliava in metallo come rame, ottone, ecc.

 

 

“Quando il cliente ci lascia liberi di usare la nostra fantasia, il lavoro riesce molto meglio.”

 

 

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L’utilizzo del computer e dei caratteri digitali ha cambiato la produzione delle insegne, non vengono quasi più realizzate a mano, ma progettate da grafici ed architetti.

Le prime insegne sono nate come murales dipinte sui muri dei negozi e rappresentavano l’oggetto di vendita dei commercianti. In seguito nel medioevo venivano realizzate in ferro battuto, le lettere forgiate poi venivano dipinte a mano e fissate sui muri. Ancora oggi si possono scoprire alcune di queste insegne poco visibili che sono state rinominate ghost sign.

Un’altra tipologia di insegne erano quelle realizzate su due pannelli e poi appesi su bracci sporgenti per essere più visibili. C’erano altre insegne create a mano con l’intaglio delle lettere su tavole di legno, altre create con composizioni in ceramica e con l’incisione di scritte su lastre di marmo.

Agli inizi del Novecento venivano create le insegne su lamine di latta dove le lettere dipinte a mano con l’effetto ombra tridimensionale, altre venivano realizzate su lastre di vetro. Intorno agli anni 20′-30′ nascevano le insegne luminose al neon, utilizzate moltissimo anche per locali notturni e per i cartelli pubblicitari.

 
Approfondimenti:

Alberto Berra

“L’Italia insegna” di James Clough