Il biodesign guarda al futuro

packaging biodesign

Il biodesign nasce dalla collaborazione tra biologi, scienziati e designer con lo scopo di produrre materiali sostenibile attraverso l’utilizzo di batteri e microorganismi già presenti sul nostro pianeta.

Gli studi sperimentali del biodesign interessano svariati settori come il packaging, l’architettura, il design, l’arredamento, la moda, ecc. L’obiettivo comune è quello di trovare dei materiali sostenibili che possano sostituire tutti quei materiali inquinanti ricavati dal petrolio come la plastica.

L’attenzione dei designer e delle aziende punta verso la scelta di materiali e di processi di produzione più sostenibili. In questo momento il consumatore assume un ruolo importante con la scelta consapevole di acquistare un prodotto che sia sostenibile, riciclabile e riutilizzabile.

Ecco alcuni esempi di imballaggi dal design green molto interessanti.

La pellicola ecologica che sostituisce gli involucri di plastica e di alluminio utili per conservare il cibo in frigo. La pellicola viene realizzata in cotone e cera d’api e garantisce una funzione antibatterica e traspirante. E’ lavabile, multiuso e può durare anche un paio di anni.

Lo studente tedesco di design del prodotto Felix Pöttinger ha progettato gli imballaggi in POC che servono da contenitore per gli alimenti. Sono imballaggi sostenibili perché realizzati con il POC, una materiale biodegradabile che si ricava dalle piante acquatiche del mar Mediterraneo (alghe).

 

La bioplastica

Il crescente inquinamento causato dalle micro particelle di plastica ha puntato l’attenzione sullo sviluppo della bioplastica. La composizione della bioplastica può essere a base ecologica, biodegradabile oppure avere entrambe le caratteristiche.

La plastica a base biologica (bio-based) possiede caratteristiche di utilizzo simili alla plastica sintetica. Viene prodotta da materie prime rinnovabili, ricavate dalla natura come zucchero, amido, proteine, cellulosa, lignina, bio-grassi oppure oli.  L’impiego di materie prime rinnovabili ha il vantaggio di utilizzare meno idrocarburi fossili e di conseguenza di ridurre di molto l’emissione di anidride carbonica (CO2). Purtroppo ha ancora costi di produzione elevati e la sua produzione inciderebbe sulla reperibilità dei materiali.

L’altra alternativa è la plastica biodegradabile. Sono plastiche costituite da polimeri biodegradabili ed additivi. Materiali che, in condizioni ambientali favorevoli, si dissolvono a contatto con batteri ed enzimi. Si ottengono sostanze biodegradabili nutrienti per il terreno, diossido di carbonio, acqua e biomassa.

 

L’economia circolare

Nasce dall’utilizzo di materie prime alternative, provenienti da rifiuti e flussi secondari dell’agricoltura e della produzione alimentare.

Qualche esempio di prodotti ottenuti con materiali di riutilizzo.

Il packaging Scoby progettato dalla designer polacca Roza Janusz per conservare gli alimenti. Lo studio Makegrowlab si occupa della sua produzione grazie all’impiego di materiale organico ricavato dagli scarti agricoli. Questo aspetto ne garantisce l’aspetto compostabile.

Il team di designer Pensiero Materia ha progettato alcuni oggetti sostenibili composti da materiali di origine naturale come pomodori, funghi, mais, caffè, argilla e arance.

  • la lampada Arco nata dal recupero degli scarti del caffè di Autogrill
  • il lampadario Peel costruito con un biocomposto proveniente dai rifiuti organici delle bucce di arance.
  • le posate in biopalstica che viene ricavata dagli scarti di pomodoro attraverso una serie di processi a basso impatto ambientale.

 

La Saltwater Brewery, ditta di birra artigianale insieme all’agenzia pubblicitaria We Believers hanno inventato l’imballaggio ad anelli per le lattine. E’ biodegradabile perché realizzato con gli ingredienti derivanti dal processo di lavorazione della birra (orzo e grano). In caso di dispersione dell’imballaggio nel mare può essere commestibile per gli animali.

 

Approfondimenti

La pellicola Beeopak

La pellicola Apepak

Imballaggi POC

Il design sostenibile