Dal cuore della foresta pluviale alla profondità delle culture indigene, la mostra “Amazzonia” di Sebastião Salgado è stata un’esperienza visiva e sensoriale unica. Un potente racconto per immagini che ci trasporta in uno degli ecosistemi più importanti — e più minacciati — della Terra.
Uno sguardo dentro la foresta
Più di 200 fotografie in bianco e nero immortalano la grandiosità della natura amazzonica: fiumi immensi, nuvole che si arrampicano sulle cime degli alberi, comunità indigene che vivono in simbiosi con l’ambiente.
Ogni scatto è stato una dichiarazione d’amore verso la foresta, ma anche un grido d’allarme: l’Amazzonia è un patrimonio universale, fragile e prezioso, che rischia di scomparire sotto la pressione del disboscamento e dell’avidità.
La mostra è accompagnata da una colonna sonora immersiva composta da Jean-Michel Jarre, arricchita da suoni autentici della foresta: il fruscio del vento tra le foglie, il canto degli uccelli, il rombo del temporale. Un’esperienza multisensoriale che avvicina alla natura anche chi vive distante da essa.
Salgado non documenta solo la bellezza: le sue foto denunciano la fragilità dell’Amazzonia e l’urgenza di proteggerla. Un invito a riflettere sul nostro rapporto con la Terra.
Un messaggio urgente
“Amazzonia” non è solo una celebrazione della bellezza naturale: è anche una denuncia silenziosa. Il disboscamento, le minacce ai popoli nativi, il cambiamento climatico: tutto questo aleggia dietro ogni scatto.
Salgado non punta il dito, ma ci invita a guardare con occhi nuovi e ad agire con più consapevolezza.




Digital designer – comunicare con creatività. Appassionata di mostre d’arte e fotografia. Adoro le camminate e yoga. Scelgo uno stile di vita più sano e sostenibile.